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Testo Della Canzone
L'osceno del villaggio di Federico Salvatore
Quand’ero piccolo sentii nel vicolo
parole luride volare via: Che piezzo ‘e chiàveca! Che figlio ‘e zoccola! Si ‘a mmerda ‘e ll’uommene! E così sia. Però credetemi, quand’ero piccolo volgare in pubblico io non fui mai, mio padre un pudico, mammà una monaca, gente cattolica, onesta e pia.. Ah! Senza retorica fummo il ritratto della borghesia. Ah! Senza retorica fummo l’esempio della borghesia. Quand’ero piccolo dicevo al massimo Mannaggia al diavolo! Che porcheria! Ma piezzo ‘e chiaveca e figlio ‘e zoccola sapevo chiuderle in mente mia. Facevo il chierico e ogni domenica servivo un parroco di via Foria, ma poi un sabato, dopo la predica, lo vidi fottere in sacrestia.. Ah! Che piezzo ‘e chiàveca! Uscì di colpo dalla bocca mia. Ah! Che piezzo ‘e chiàveca! Uscì quel giorno dalla bocca mia. Ho fatto il classico ed in quell’ultimo anno scolastico ’76 per dare l’anima ad un politico il voto minimo fu 36. Ma ero giovane e mi imbottivano di grosse pillole d’ideologia, mentre il politico coi soldi pubblici in sud America volava via.. Ah! Che figlio ‘e zoccola! Uscì di colpo dalla bocca mia. Ah! Che figlio ‘e zoccola! Uscì quel giorno dalla bocca mia. Quand’ero piccolo sentii nel vicolo parole luride e le imparai ma ‘a mmerda ‘e ll’uommene è stata l’unica che nel mio lessico non misi mai. Però domenica sfoglio Repubblica e in terza pagina senza allegria, leggo la cronaca di quel pedofilo che non può prendere la polizia.. Ah! Sì ‘a mmerda ‘e ll’uommene! Esce di colpo dalla bocca mia. Ah! Sì ‘a mmerda ‘e ll’uommene! Esce quel giorno dalla bocca mia.
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